Nell’ottobre
del 1259 San Bonaventura si ritira in meditazione sul monte della Verna, nello
stesso luogo in cui San Francesco, trentacinque anni prima, aveva ricevuto le
stimmate. Durante questo soggiorno, il ministro generale dell’ordine
francescano concepisce l’idea dell’Itinerarium
mentis in Deum, capolavoro di teologia speculativa e denso manuale di vita
spirituale. Le sei ali del Serafino apparso a Francesco al culmine della sua
esperienza spirituale diventano le sei tappe della elevazione che conduce
l’anima alla pace della contemplazione, domenica dello Spirito corrispondente
al settimo giorno della creazione.
Tre sono le fasi principali in cui si
scandisce l’itinerario: la considerazione delle tracce del Dio invisibile nella
realtà fisica fuori di noi; la considerazione dell’immagine di Dio
nell’interiorità dell’anima umana; l’ascesa verso le più alte verità spirituali
tramite l’indagine sui Nomi Divini (Essere, Bene) attestati nelle Sacre Scritture
(i riferimenti sono, rispettivamente, a Esodo
3, 14 e Luca 18, 19). La struttura dell’Itinerarium
è rigorosamente cristocentrica: Cristo non è inteso soltanto come centro delle
processioni trinitarie, tra il Padre e lo Spirito Santo, ma come Verbo
incarnato e dunque indispensabile Via e Scala nell’ascesa del pellegrino.